Serate speciali, feste, vernici, mostre, locali alla moda, hanno tutti un unico comune denominatore: vestirsi di nero. Un colore facile, di quelli che stanno con tutto e con ogni tipo di pelle, sdoganato in ogni ambiente, dal punk-rock alle serate di gala, indulgente con le rotondità non richieste, pronto per le festività imminenti e, all’occasione, anche a comparire tra gli invitati ad un matrimonio.
Chanel l’ha celebrato, Audrey Hepburn reso magico, il colore degli artisti e dei designer è come un panno morbido su cui si adagiano idee, progetti, sogni ed emozioni. Così, tra abiti e soprabiti in fresco lana liscia o cotone non operato, alcuni iniziano a tendere lo sguardo verso varianti del tessuto che rendano più interessanti capi a rischio divisa.
Se il gioco del nero lucido riflettente allontana raffreddando, una lana rigata, vellutata, a coste o rasata, si presta a catturare l’attenzione e a giocare con la luce; allo stesso modo un cotone pesante tramato o un jersey tagliato a vivo: donano morbidezza, naturalezza, una rara preziosa semplicità.
Proprio come un originale cappotto corto di shearling nero che ho visto oggi: una rarità certo, ma un’immediata piacevolezza...già al tatto degli occhi.
giovedì 11 dicembre 2008
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"...Il colore è un mezzo di esercitare sull'anima un'influenza diretta. Il colore è un tasto, l'occhio il martelletto che lo colpisce, l'anima lo strumento dalle mille corde"...Vasilij Kandinskij
RispondiEliminaSi, ma non dimentichiamoci che il nero - come il bianco - non è un colore. Il nero è il NON-COLORE, il bianco TUTTI I COLORI. Tutto è meglio di niente, anche quando il niente è richiesto in tutti i dress code...
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