lunedì 26 gennaio 2009

Comfort Zone

E’ nei momenti difficili che si riscoprono le piccole cose belle della vita, per qualcuno rappresenterà un ripiego per altri un’occasione, ma tutto comunque riconducibile alla classica immagine del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. A me personalmente piace pensare che non solo è mezzo pieno ma l’acqua è anche più buona del solito.

Sfogliando qualche rivista di gennaio sono incappato più volte in un tema di quelli che o tiri dritto e vai alla pagina successiva pensando che i giornalisti non hanno più nulla da scrivere (bicchiere mezzo vuoto) o ti soffermi a dare un’occhiata pensando che forse è interessante (mezzo pieno) e magari ne ricavi una soddisfazione e una ispirazione immediata per la tua vita (eh sì!, l’acqua oggi è proprio più buona del solito).
Trattasi di Comfort Culture, cultura del comfort, un insieme di idee e comportamenti che invitano ad attività affettuose, rassicuranti in tempi difficili, in sintonia con lo spirito del tempo e fotografano così il momento: si gira poco, si rivedono vecchi film e vecchi amici, si apprezzano nuovi film con finali speranzosi e nuove conoscenze di buon carattere. E’ una stagione così: l’unica, per chi può, è riposarsi.

E allora felici quanti sapranno essere felici con poco, quanti sapranno abbassare toni, luci e voce cambiando cd battuti ormai fuori tempo per dare spazio a melodia più dolci, da assaporare come macaroons musicali in una domenica pomeriggio. Sorridenti quanti sapranno dedicarsi del tempo di qualità, per sè e per gli altri, ritornando a respirare profondamente, con meno ansia, drink di massa e nervosa nicotina. E’ la cultura del comfort, la più bella moda di quest’anno. Fantastico.

giovedì 22 gennaio 2009

Andare a tempo, insieme

Un passo dopo l’altro, un sorriso dopo l’altro, avanza il simbolo, il ruolo, l’emblema. Avanza l’uomo, mi piace pensare, cammina nella storia portandoci con sé, assieme a domande legittime: ce la farà? Sarà veramente diverso?
Le preoccupazioni si stemperano nella sensazione forte che l’intera scena emana, i sorrisi nel video rimbalzano tra i telespettatori riuniti per assistere, per esserci, contarsi. I giovani guardano i genitori, come un eco di qualcosa già visto. Ogni generazione ha diritto al proprio Kennedy, al proprio sogno, alla speranza, alla bellezza della forza che si riunisce in uno sforzo comune, finalmente.

Guardo l’uomo e sento le vibrazioni del movimento, quella camminata ondulata e morbida, così meravigliosamente tipica delle persone col ritmo dentro, il passo armonioso, che apre, che invita a seguire il tempo, a sentire, a unirsi.
Ed è così che quel che potrebbe sembrare un vezzo diventa qualcosa di più, un invito contagioso, un approccio nuovo, una proposta concreta: ritrovarsi insieme, camminare insieme, andare a tempo insieme, nuove sfide insieme, orizzonti insieme.
Simboli, riti, flash, commenti e commenti, sondaggi: la bellezza e lo stile sono sempre nelle piccole cose.

giovedì 8 gennaio 2009

Scardinamento

Meravigliosa, luminosa. Alle soglie dei 40 anni si mostra di una vera bellezza, piena, serena, consapevole.
Chi conosceva Carme Cachon prima d’ora? L’ultima foto realmente rilevante in cui compariva è della scorsa primavera, col pancione, in visita alle truppe di stanza in Afghanistan quale Ministro della Difesa francese. Molto discussa allora e molto discussa oggi. Allora si diceva che non andava bene, non era prudente, non era adatto, stonava. In realtà, era un potente grido di vita in mezzo a tanta scelleratezza. Oggi è nuovamente su tutti i giornali, un altro presunto affronto all'etichetta: anziché indossare il tradizionale abito lungo da cerimonia si mostra in una forma invidiabile con un abito che poche over 30 potrebbero permettersi, un completo giacca pantalone dal taglio impeccabile, dritto, senza pietà per chi non è in perfetta forma. Una linea tonica, un rigore moderno. E una domanda: a quante persone quella riga nera sarebbe rimasta così morbidamente dritta? Saint Laurent sarebbe stato fiero.

E intanto Rachida Dati torna a casa e riprende a lavorare a cinque giorni dal parto. Un’altra splendida quarantenne, libera e indipendente e un altro scardinamento di convinzioni stantie. La bellezza è sempre un passo avanti.

Saldi e...nuovi Modelli di Stile

Contrastanti immagini rimbalzano dai quotidiani e dai telegiornali: c’è crisi o ci sono i saldi? Le famiglie devono risparmiare o no? E per i commercianti com’è andata la stagione? Cifre e bilanci, previsioni e commenti, chiacchiere infinite. La verità è che i cambiamenti sono continui, come variazioni del respiro, da conoscere e assecondare. Ma chissà perché è sempre l’attimo del risveglio a rimanere impresso.

Domenica mattina, cappuccino e brioche al bar, qualche giornale degli ultimi giorni e Diana Krall in sottofondo. Immergersi nella folla di un luogo pubblico per ritrovar se stessi, una vecchia abitudine: se praticata con la dovuta mente sgombra si possono notare incredibili evidenze e parallelismi intriganti.
Un articolo su Milano, titolone sulla Giunta, tre colonne e una bella foto di una Moratti sempre delicatamente algida nel freddo inverno, proprio come cantava la Vanoni. Elegante nella prevalenza di grigio scuro, cappotto a tre quarti su calze comprenti, gambe affusolate e raffinate scarpe liscie con tacco alto. A riscaldar le spalle un tocco semplice e speciale: una stola, morbida, in un tono di grigio più chiaro. Vado avanti, poche pagine più in là una grande pubblicità di un importante outlet: lei è giovane, non più di trenta e non meno di venti, in grigio scuro: sono cambiati i volumi dei capi ma la somiglianza è gustosa e fa sorridere. Il cappotto si è un po’ accorciato salendo fino ai fianchi, la gonna ha lasciato spazio a un pantalone leggermente scampanato, la stola dai toni leggeri anche qui incornicia il viso delicato riparandolo dal freddo. Un altro elegante tacco alto, un'altra scarpa ben chiusa. Parallellismi e movimenti delle mani che disegnano gesti femminili, nulla di gridato, nulla di prepotente.

Chiudo il giornale e guardo fuori dalla vetrata che incornicia la piazza. Appassionate di primi saldi sgambettano veloci e felici, grandi shopping bag e brand importanti, niente grigio, policromie e luccichii, stili mischiati e sovrapposizioni, gesti ampi e decisi. Unisex, come le scarpe ai loro piedi.
E riapro il giornale: c’era un articolo sugli investimenti pubblicitari efficaci del 2008,...mi incuriosisce.