giovedì 26 febbraio 2009

Metti Rita Levi in copertina...

Domenica mattina, risveglio relax dopo tanti giorni spesi tra mille impegni, colazione lunga e una nuova rivista tra le mani: Wired Italia.
Guardo la copertina, inizio a sfogliare piano, arrivo all’articolo intervista alla celebre scienziata e mi lascio trascinare dalle sue parole, dai quadri e dagli splendidi ritratti.

“Se non sei un campione olimpico di bellezza, puoi diventare una persona molto interessante”, scriveva Candace Bushnell in un suo celebre libro. Parole sante e una doppia verità: da una parte i belli, bellissimi, quelli che si ritrovano su beautifulpeople per riconoscersi ed annusarsi fra appartenenti ad una stessa specie in naturale via d’estinzione; dall’altra parte tutti gli altri che fattisi una ragione della propria esteriorità imparano a valorizzare ciò che hanno e ad accettare ciò che non hanno.

La bellezza è negli occhi della gente e mai come nello sguardo siamo nudi dinanzi a chi ci guarda. Chi coltiva i propri interessi, chi si appassiona a ciò che fa, chi lotta, chi ama, chi usa il cervello, ha in sé una bellezza senza tempo che il passar degli anni non potrà mai scalfire. Semmai accrescere.

Conservare, Preservare

Scenario: la città, ogni città, dalla piccola provincia alla metropoli al villaggio globale; tanti scorci, angoli, locali, strade. Un insieme di ricordi e polaroid, angoli della memoria nelle fossette dei nostri sorrisi.
Per Woody e Mia era il Ponte di Brooklyn, per Rossella era Tara, per l'artista Bohemien il Marain, per l'uomo con la bombetta la City della Londra che fu. Ognuno ha il suo piccolo scenario, ciascuno ha il suo set.
La vita imita il cinema o è il contrario? Io credo nel saper creare, godere e conservare quegli attimi di cinema che diventano porti sicuri nella nostra quotidianità.
Conta poco se lo scenario è grandioso, ciò che conta è il legame tra un luogo e un nostro ricordo felice: uno scorcio pur banale per molti ma così speciale per noi, un angolo da proteggere, preservare, non sporcare.
Perchè nessun litigio, nessuna tristezza, nessun momento no ci privi di un posto nostro.

Ho letto una storia…

Quando Charles Lindbergh atterrò a Parigi, senza bagagli dopo il suo storico volo attraverso l’Atlantico, l’Ambasciatore Myron T. Herrick gli prestò uno dei suoi completi Brooks Brothers.

Al suo ritorno negli Stati Uniti, Lindbergh fu accolto dalla più grande ticket-parade della storia della città.

Il Custom Clothing Department – il servizio su misura di Brooks Brothers – lavorò tutta la notte per confezionare l’abito che Lindbergh indossò per la parata.


Questo è Servizio ed è così che nasce una Tradizione.

Ironia, Fantasia, Brevità

Pochi giorni sono passati e il ricordo ancora mi fa sorridere.
Era il primo giorno di cielo senza pioggia dopo una settimana di acquazzoni: una passeggiata ci stava. Non molto lontano dal mio ufficio c’è una libreria ben fornita e ricca di novità intriganti. Entrato alla ricerca di un regalo, l’occhio mi è caduto su un tascabile dal titolo curioso e dalla semplice veste grafica: Il libraio che imbrogliò l’Inghilterra.

Io sono dell’opinione che un libro debba essere piacevole per il contenuto in sé ma anche per la sensazione tattile ed estetica che rimanda e questo piccolo testo faceva centro. L’indomani, il lavoro mi avrebbe portato un po’ lontano da casa, una cinquantina di chilometri, in cui la compagnia dei due racconti raccolti nel testo sarebbe stato una buona alternativa al classico quotidiano + settimanale. E in effetti…

Raccontare qui la trama delle storie narrate sarebbe sminuente, aspettarsi una rivelazione letteraria sarebbe un peccato, nel senso originario della parola, equivarrebbe cioè ad un “errore di mira”: lo humor deve trovarci dell’umore giusto, c’è chi ne è fornito naturalmente e chi impara ad apprezzarlo col tempo e la cultura; va centellinato e gustato, come un torbato, e come tale, è sempre bene averne una piccola scorta con sé. Meglio se poi riesce a starci in tasca, no?

Il libraio che ingannò l’Inghilterra di Roald Dahl (Le fenici tascabili, Guanda Editore).